Ammophila arenaria

2025, ceramic vase and sand, variable size

The same clay that signals the recklessness with which humans are destroying the ecosystem for personal ends is also the material used for the sculpture Ammophila Arenaria (2025), the most direct homage to the queen of the sandy shores.

Positioned on a wall-mounted shelf, the amphora bears two stylized engravings of the plant on its sides, disrupted by cracks and small fissures like wounds, from which fine streams of sand flow, forming two distinct heaps on the floor.
We seem to hear the cry of Ammophila, seeking nourishment but unable to
fulfill its protective role. Here, the vase functions like an hourglass, ticking off
the time left—season after season—to preserve what has already partially
become the subject of ecosystemic devastation.

The emptying of the amphora, driven by gravity, is not just a symbolic gesture marking the disappearance of sand—it sets off an entropic process that only refilling can counter, triggering a continuous cycle of emptiness and replenishment.

La stessa argilla che segnala l’imprudenza con cui l’uomo sta distruggendo l’ecosistema per fini personali, è anche quella che compone la scultura Ammophila Arenaria (2025), l’omaggio più diretto alla regina degli arenili.

Posizionata su una mensola installata a parete, l’anfora reca sui fianchi due incisioni stilizzate della pianta, disturbate da crepe o piccoli cretti come fossero ferite, dalle quali fluiscono fili di sabbia che formano due mucchietti distinti sul pavimento. Sembra di udire il pianto dell’Ammophila che cerca il nutrimento e non riesce a svolgere la sua funzione protettrice. Il vaso qui funziona come una sorta di clessidra, che scandisce il tempo che rimane – stagione dopo stagione – a preservare quello che in parte è già divenuto oggetto di devastazione ecosistemica.

Lo svuotamento dell’anfora causato dalla forza di gravità, non è solo il gesto simbolico che sottolinea la sparizione della sabbia, ma genera un processo entropico che solo un nuovo riempimento può contrastare, innescando un ciclo continuo di vuoti e pieni.

Foto: Allemandi Zambotti
Mostra “Forse Domani”, con Lucia Veronesi, testo di Martina Angelotti, Simòndi gallery, Torino