Perdere di vista la riva
2024, etching on clay
To lose sight of the shore is a poetic act of carving the time.
The erosive action of sea waters wears away some stretches of the coast, causing the gradual resurface of layers of old clay sediments. With the care and attention of an archeologist, the artist slowly frees ancient codified writings from the clay.
The artwork is a tribute to the ammofila arenaria, a typical plant of coastal dunes, whose dense root system consolidates the sandy soil, protecting it from erosion. The cuneiform lines of the design refer to the semaphore alphabet used in the past in the navy to communicate between the land and the sea and are arranged to compose a message to be decoded.
A warning not to lose sight of the shore, metaphor for the human being and the anthropic imprint of climate change; at the same time, an invitation to move away from it and listen consciously to what the sea has to tell us, living in balance with the Planet Ocean.
Perdere di vista la riva è un atto poetico di incisione del tempo.
L’azione erosiva delle acque marine dilava alcuni tratti di costa, facendo riemergere stratificazioni di creta sedimentate nel tempo. Con gesti lenti che richiamano la cura e l’attenzione di un’archeologa, l’artista libera dalla materia antiche scritture codificate.
L’opera è un omaggio all’ammofila arenaria, pianta tipica delle dune costiere, il cui fitto apparato radicale consolida il terreno sabbioso, proteggendolo dall’erosione. I tratti cuneiformi del disegno si rifanno all’alfabeto semaforico utilizzato in passato in marina per le comunicazioni tra terra e mare e si dispongono a comporre un messaggio da decodificare. Un monito a non perdere di vista la riva, intesa come metafora dell’essere umano e dell’impronta antropica degli sconvolgimenti climatici; allo stesso tempo, un invito ad abbandonarla per orientare consapevolmente l’ascolto al mare educandoci a vivere in equilibrio con il Pianeta Oceano.